DEFINIZIONE
La sindrome del tunnel carpale è la patologia più diffusa che interessa i nervi periferici del corpo umano. E’ frequente nelle persone che utilizzano molto le mani nel proprio lavoro, specie se compiono movimenti ripetitivi. E’una neuropatia dovuta all’irritazione o compressione del nervo mediano nel suo passaggio attraverso il canale del carpo (borsa dei tendini flessori delle dita, chiamata legamento trasverso, che forma una sorta di tetto sulle ossa del carpo, a livello del polso), quando i tendini si ispessiscono per una infiammazione cronica, dovuta a movimenti ripetuti o prolungati della mano.
TIPOLOGIE
Si presenta con maggior frequenza in persone che utilizzano le mani per lavori di precisione o che compiono movimenti ripetitivi, in pazienti affetti da ipotiroidismo, fibromialgia od artrite reumatoide, come esito di fratture del polso, in presenza di neoformazioni nel tunnel carpale (lipomi, fibrolipomi e cisti articolari). Si manifesta in genere in donne sopra i 40 anni ed uomini sopra i 30 anni; le donne sono statisticamente più colpite degli uomini (ruolo favorente degli estrogeni, che facilitano le condizioni di edema). L’utilizzo frequente e ripetitivo di alcuni strumenti può favorire la sindrome del tunnel carpale: giocare a bowling, suonare batteria o percussioni, muovere il mouse e usare la tastiera del computer, lavorare con martello pneumatico o altri strumenti che producono vibrazioni sul palmo della mano. Tra i fattori predisponenti, da considerare anche le condizioni associate alla ritenzione di liquidi, quali: diabete, gravidanza, menopausa, assunzione di anticoncezionali.
SINTOMI, DIAGNOSI, TERAPIA
I sintomi di tale patologia, hanno esordio graduale. Nelle fasi iniziali, sono presenti formicolio e/o torpore della mano (soprattutto alle prime tre dita), principalmente di notte e al mattino, quando il polso può rimanere a lungo iperflesso o iperesteso (posizioni che causano maggior pressione nel tunnel carpale e compressione del nervo mediano); in più, il drenaggio di liquidi della mano a riposo è ridotto.
I formicolii notturni, mono o bilaterali, disturbano il sonno procurando numerosi risvegli: muovendo le mani, i formicolii scompaiono. In una fase successiva compare dolore, irradiato al gomito (talora a tutto il braccio); nel tempo, i formicolii divengono costanti e si riduce la capacità di presa delle dita (difficoltà a lavorare a maglia, a stappare una bottiglia, dolore e scosse alle prime tre dita della mano). Molti pazienti, al tatto, non distinguono il caldo dal freddo e lamentano l’impossibilità di distendere le dita.
È importante accertarsi che non esistano concomitanti disturbi infiammatori a carico della colonna cervicale e del gomito, perché potrebbero simulare o aggravare il quadro di sindrome del tunnel carpale. Va infine ricordato che i sintomi di questa patologia possono essere simili a quelli dell’artrite reumatoide a livello dei polsi e delle mani.
La diagnosi si basa fondamentalmente sulla valutazione clinica, attraverso la raccolta dei sintomi lamentati dal paziente e manovre ortopediche (Test di Phalen → si posizionano i palmi delle mani uno davanti all’altro, polsi e gomiti flessi a 90° e si mantiene la posizione per qualche minuto: la manovra è considerata positiva se entro un minuto compaiono torpore o dolore. Segno di Tinel → si percuote con il martellino da riflessi sopra il tunnel carpale: il paziente avverte una scossa nel territorio di innervazione del nervo mediano). Utili la Radiografia del polso (evidenzia eventuali disturbi ossei) e l’Ecografia (mostra lo stato del legamento trasverso del carpo e la presenza di edema). L’Elettromiografia/Elettroneurografia (piccoli aghi che, infissi attraverso la pelle, registrano l’attività del nervo e del muscolo), consente di avere una diagnosi certa e da un’idea della gravità; tuttavia, se i disturbi sono nella fase iniziale, spesso anche quest’indagine può non essere significativa (va ripetuta dopo uno o due mesi).
Nella terapia della sindrome del tunnel carpale, più che i farmaci antinfiammatori (beneficio solo momentaneo, con rischio di effetti collaterali) o il cortisone (per infiltrazione: riduce solo momentaneamnte il disturbo e può invece aggravare la sofferenza dei tendini), sono utili le terapie fisico-strumentali: una sapiente combinazione di ultrasuoni, ionoforesi, laser, magnetoterapia, onde d’urto, è in grado di ripristinare la corretta funzionalità degli organi contenuti nel canale del carpo, riducendo o facendo scomparire i sintomi. Utile anche l’utilizzo di prodotti fitoterapici e dello Yoga (posture per rafforzamento, stretching e bilanciamento). Talora si può ricorrere ad un tutore rigido, per mettere a riposo l’articolazione (se usato per tempi lunghi, però, può portare ad una ipofunzionalità della articolazione stessa). Nella sindrome del tunnel carpale cronica, si interviene con operazione chirurgica in anestesia locale, con una riuscita più sicura per gli interventi in endoscopia.
IMPORTANZA DELLE TERAPIE FISICHE
EFFETTI DELLA T.E.N.S. (Stimolazione Elettrica NervosaTranscutanea)
Con l’utilizzo della T.E.N.S. nel trattamento della sindrome del tunnel carpale, si ottiene netta riduzione del dolore (azione locale diretta sulle fibre dolorifiche e stimolazione della produzione endogena di endorfine e catecolamine); in tal senso, tale terapia risulta complementare alla magnetoterapia (vedi oltre), potenziandone gli effetti. Con applicazioni ripetute, si migliora la microcircolazione a livello dei tessuti infiammati (muscoli e tendini), con riduzione della contrattura muscolare/tendinea, che tende a schiacciare ulteriormente il nervo mediano.
EFFETTI DELLA IONOFORESI
Utile anche la Ionoforesi, che permette di veicolare un farmaco (antidolorifico o miorilassante, purchè dotato di polarità) attraverso la pelle, nella zona interessata dal processo infiammatorio doloroso, sfruttando una stimolazione elettrica.
Nella Ionoforesi, è il farmaco ad avere effetto curativo, non la stimolazione.
EFFETTI DELLA MAGNETOTERAPIA
La magnetoterapia è particolarmente utile in fisioterapia nel trattamento della sindrome del tunnel carpale. Tra gli effetti: la diminuzione dell’infiammazione locale, grazie all’effetto vasodilatatore e alla normalizzazione della circolazione sanguigna (migliora il drenaggio e si apportano sostanze nutrienti che favoriscono un’evoluzione positiva) e la diminuzione del dolore (per l’effetto diretto dei campi magnetici sulle terminazioni nervose ed effetto sulla pompa sodio-potassio che, portando le cellule vicino al loro potenziale d’equilibrio elettrochimico, eleva la soglia del dolore). Quando l’infiammazione regredisce, si riduce anche la pressione sopportata dal nervo mediano. Oltre a quanto detto finora, considerando il rilassamento dei muscoli dovuto alla magnetoterapia, il trattamento è particolarmente utile perché permette di agire sui tendini che comprimono il tunnel carpale, come effetto indiretto dell’azione dei campi magnetici sulla muscolatura ipertonica. Tutti gli effetti della magnetoterapia, sono ancor più evidenti se si utilizza contemporaneamente la T.E.N.S. come decontratturante muscolare.
EFFETTI DELLA TERAPIA CON ULTRASUONI
L’effetto analgesico degli ultrasuoni, è dovuto all’azione del calore.
Tale metodica, applicata per alcune settimane, migliora la funzionalità cellulare , agevola la riparazione dei danni ed accelera la risoluzione dei processi infiammatori.
Determina anche rilassamento dei muscoli contratti (sempre per effetto termico, oltre che per l’azione di micro- massaggio tissutale).
Va peraltro ricordato che gli ultrasuoni non sono utilizzabili nelle forme infiammatorie acute, in presenza di ematomi, oppure in caso di osteoporosi.
L’Equipe del Centro Ricerche Mediche
Le informazioni riportate non sostituiscono alcun consiglio o parere medico.